L’amianto è un insieme di minerali del gruppo degli inosillicati e del gruppo del fillosilicati. In natura è un materiale molto comune, gli amianti più cancerogeni sono gli anfiboli, il più temibile è la crocidolite. Non esiste un limite di rischio al di sotto della quale la concentrazione di fibre di amianto nell’aria non sia pericolosa: un’esposizione prolungata nel tempo o a elevate quantità aumenta significativamente le probabilità di contrarne le patologie associate. L’amianto è stato utilizzato fino agli anni ottanta per la coibentazione di edifici, tetti, come materiale da costruzione per l’edilizia sotto forma di composito fibro-cementizio (noto anche con il nome commerciale Eternit) utilizzato per fabbricare tegole, pavimenti, tubazioni, vernici, canne fumarie. La produzione e la lavorazione di amianto è fuori legge in Italia dal 1992, compresa la vendita. Ad oggi con l’approvazione del D.lgs. 81/2008 si rende necessaria la bonifica dell’amianto. Essa può avvenire in tre diverse motodologie: rimozione, incapsulamento e confinamento.
La rimozione è il procedimento maggiormente utilizzato, perché elimina ogni potenziale fonte di esposizione ed ogni bisogno di attuare cautele rispettive alle attività che vengono svolte nell’edificio. Gli svantaggi che porta questo tipo di bonifica sono: esposizione dei lavoratori a livelli elevati di rischio, produzione di contaminanti ambientali, produzione di alti quantitativi di rifiuti tossici e nocivi che devono essere smaltiti in determinati depositi, tempi di realizzazione lunghi e costi molto elevati.
L’incapsulamento è un trattamento con prodotti penetranti o ricoprenti, che permettono di inglobare le fibre di amianto e consente di costituire una pellicola di protezione sulla superficie esposta. I costi e i tempi di intervento appaiono più contenuti, non è necessario applicare un materiale sostitutivo e di conseguenza non vengono prodotti rifiuti tossici. Inoltre il rischio è minore per i lavoratori addetti e per l’ambiente. L’unica verifica di cui necessita questa modalità di bonifica è un programma di controllo e manutenzione, in quanto l’incapsulamento può alterarsi e venire danneggiato.
Il confinamento, infine, consiste nel posizionare una barriera a tenuta che possa dividere le aree che vengono utilizzate all’interno dell’edificio dai luoghi dove è collocato l’amianto. Per evitare che le fibre vengano rilasciate all’interno dell’area, il processo deve essere accompagnato da un trattamento incapsulante. Il vantaggio principale è quello di creare una barriera resistente agli urti. Il suo utilizzo è idoneo per materiali facilmente accessibili, soprattutto per quanto riguarda le aree circoscritte. I costi sono accessibili a meno che l’intervento non richieda lo spostamento di impianti, quali elettrico, termoidraulico e di ventilazione. È necessario stilare un programma di controllo e manutenzione.
Un ulteriore processo per l’inertizzazione e di compattazione delle polveri di amianto è la nodulizzazione.
In Italia, per poter smaltire l’amianto si deve fare riferimento ad aziende regolarmente iscritte all’Albo nazionale delle imprese che effettuano la gestione dei rifiuti, come stabilito dalla Corte di Cassazione con la sentenza n. 11128/2015. Per incentivare la messa in sicurezza dal rischio amianto e rendere più sostenibili gli alti costi, il Parlamento ha approvato con la legge di stabilità 2016 la detraibilità del 65% delle spese di bonifica.
La nostra società è iscritta all’Albo nazionale delle imprese autorizzate alla bonifica.
Bonifiche Amianto
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Incapsulamento amianto
Esempio di incapsulamento bonifica amianto